venerdì 5 agosto 2011

Disquisizione sui mercati, parte seconda: Robertson


Questo fine settimana sono tornata a Robertson e ho potuto finalmente dare un’occhio al suo mercato e a quello di Montague.

La fittissima tabella di marcia di sabato non renderà giustizia ai posti deliziosi e al cibo in ivi contenuto, ma il tempo è quel che è, e purtroppo le cose belle sono sempre molte di più.

Il Robertson Farmers Market si tiene una volta al mese, ed è un’appuntamento fisso per la gente del posto. Noi siamo capitati lì verso le dieci di mattina, ritenuta quasi alba per un sabato mattina sudafricano. Siamo stati così i primi orgogliosi acquirenti di un dolcissimo Toffie pudding accompagnato da the e caffè, che ha costituito la nostra colazione!

Intorno a noi, gli ultimi preparativi, l’accensione di fuochi per il Braai (tradizionale grigliata sudafricana) e esposizione di marmellate e formaggi.

Primi anche nel firmare il guest book (mai visto un guest book al mercato!!!).





Seconda fermata: Montague e il relativo mercato.

Nonostante le decisamente ridotte dimensioni di questo paese il suo mercato è molto popolare nella zona. Vi si trova un po di tutto, ma è molto più rivolto all’artigianato e alle cose più varie, dai fiori, ai detersivi biologici, dai bonsai ai coltelli “storici”






Punto forte, la frutta secca, la cui venditrice più famosa è una vecchietta centenaria in cardigan rosa, che ovviamente autoproduce tutto quel che vende!!!

Sarà l’aria, sarà il cibo, comunque in Sudafrica i vecchietti sono strong!!





La seconda parte della nostra colazione si è poi svolta ad un banco greco, dove vendevano deliziosi dolcetti accompagnati da caffè fatto nel tradizionale pentolino.

Il resto della mattina è trascorso curiosando pigramente nei negozzietti nelle guest house locali, e nella ricerca di un bancomat.



Ora per onor di cronaca, devo dirvi che tutto questo fantastico programma non è farina del mio sacco (che pur ero a conoscenza di questi due luoghi), ma di Tancre, che conoscendo la smania mercantile del momento ha deciso di dedicarmi la giornata, scarrozzandomi in giro e riempiendosi di dolci greci. :)

Ma le sorprese non erano finite: infatti mi sono ritrovata a fare un picnic su un battello sul fiume, con salame, formaggio e l’immancabile bottiglia di vino.



E dopo due settimane di pioggia è uscito il sole. Ma che vuoi di più?


Bye-bye!










Parentesi enologica

Avevo scritto questo post tempo fa, senza aver avuto il tempo di pubblicarlo.


Ecco, mi tocca interrompere i miei sogni mercantili per raccontarvi di un viaggio nel vino...o meglio nelle wine estates.. quindi si, si NEL vino, perchè ne ho bevuto così tanto da ritrovarmi con un difficile mal di testa da gestire di primo pomeriggio.

Questo fine settimana, presa dalla noia nel nostro paesino di pescatori, ho caricato in macchina un moroso e due amici (o il moroso ha caricato noi...) e ci siamo diretti alla volta di una delle famose località vinicole del Sudafrica: Robertson.

Ora, dovete sapere che, checchè se ne dica in giro per difendere l’eno-mercato del nostro beneamato paese, il Sudafrica ci darà presto la m***a.

Qui le cantine fioriscono come gli occhi di madonna in primavera, il vino è buono ed-è-molto-più-ECONOMICO...soprattutto rispetto a certi vini francesi, che oramai data la concorrenza, detengono il titolo più per anzianità che non per qualità! (Un po’ come un paio di scarpe di Armani o di Dior, che paghi più il nome che altro...)

Torniamo a noi. Arrivati in quel di Robertson, essendo oramai mezzodì, ci siamo fermati alla Bon Courage Estate per un pranzo leggero, attorniati da bambini urlanti e decisamente sporchi, come ti puoi sporcare solo giocando tra i filari nella terra umidiccia... Il posto era davvero carino, ma un po troppo chiassoso e busy per i miei gusti.




Ci siamo poi diretti alla “Springfield”, della quale avevo già assaggiato un paio di vini tempo addietro, e innamoratamene, volevo assolutamente comprare una bottiglia di un qual certo vino di cui non ricordavo il nome.

Il bello del Sudafrica, è che nonostante le apparenze e i notevoli sforzi da parte degli ivi abitanti, non ha nulla a che vedere con la nostra costosa e burrrrocratica vita: ragione per la quale fare wine tasting (ossia andare in cantina ad assaggiare vini) è spesso gratis.

Abbiamo quindi preso i nostri bicchieri, e adagiati mollemente su sedie da giardino, abbiamo degustato i vini proposti nel tiepido sole “invernale”. Io ero più che decisa a scovare il vino che mi era piaciuto così tanto, così ho provato tuuuuuuutti i bianchi che c’erano a disposizione. Non erano tanti eh, ma mannaggia me per quanto riportassi indietro il bicchiere mezzo pieno, alle tre avevo un mal di testa lancinante!

Per fortuna ho trovato il mio vino prima della fine della lista, e l’ho orgogliosamente acquistato.




Dopodichè siamo passati in un’altra cantina, che io ero ansiosa di visitare più per il luogo che per il vino, devo dire.

Difatti, mentre la maggior parte delle cantine vinicole è locata in ristrutturazioni di

tradizionali cottage del Western Cape (regione nella quale si trova la zona dei vini), questa sembrava stare dentro un aeroporto.

I due edifici principali di Graham Beck Wines, sembrano (perchè sono nati come cantina, non come aeroporto) dei grandi hangar in mezzo al bush e alle viti.

E’ un posto davvero notevole, con un’arredamento moderno ma accogliente e, mi dicono i miei compagni di viaggio, fanno pure del buon vino.

Tornati a Robertson, e fatto un giro nella cittadina, ci siamo messi in marcia per tornarcene a casa.





Uniche cose degne di nota riguardo a questa città sono:

-il Roberston Slow Festival che si terrà il 5-7 agosto

-e il fatto che, io non lo sapevo, le cosiddette “Stelle di Natale” sono in realtà dei veri e propri ALBERI!!! Ma dico, e io che ho sempre quelle micronane che mi ci stanno nel porta-bicchieri della macchina....dallo stupore ho dimenticato il dovere di reporter di cose superflue e leggermente stravaganti, e non ho fatto foto, ma vi assicuro che l’immagine è un po’ paradossale.


Bye-bye!